Il 7 dicembre l’ex presidente Otto Pérez Molina (in carica dal 2012 al 2015) è stato condannato a sedici anni di carcere per corruzione.
Un tribunale di Città del Guatemala lo ha dichiarato pienamente responsabile di associazione a delinquere e complicità in frode doganale.
Molina, un ex generale di 72 anni, si era dimesso nel 2015 in seguito alle proteste di piazza che chiedevano il suo allontanamento per le gravi accuse di corruzione sollevate contro di lui dalla Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala, creata dalle Nazioni Unite ma sciolta nel 2019 dal presidente Jimmy Morales.
Il tribunale ha imposto anche il pagamento di una multa di più di un milione di dollari. La vicepresidente di Molina, Roxana Baldetti, ha avuto la stessa condanna.
Il giornale El Periódico, uno dei più importanti del paese, dal 1 dicembre ha smesso di stampare la sua edizione cartacea.
La decisione, che arriva dopo l’arresto a luglio del fondatore del quotidiano José Rubén Zamora, fa parte di un processo di ristrutturazione editoriale in un clima ostile alla stampa indipendente.
“Ci trasformiamo per continuare a resistere”, è stato il titolo dell’ultima prima pagina, tutta in nero e senza foto.
Secondo il sito salvadoregno El Faro, l’arresto di Zamora – accusato di riciclaggio di denaro e traffico d’influenze – è il sintomo che in Guatemala il giornalismo è sotto attacco, perché El Periódico, dalla sua fondazione nel 1996, è sempre stato critico con il potere e attento a denunciare la corruzione.
Non solo, la detenzione di Zamora ha avuto anche un ruolo determinante nell’accelerare la crisi del giornale e la perdita delle inserzioni pubblicitarie.
Fonti: Articolo de l’Internazionale del 16/12/22. Foto Il Post.