In El Salvador a Bukele non importa che lo chiamino dittatore

Il presidente salvadoregno Nayib Bukele ha completato sei anni di mandato, l’ultimo dei quali ha superato i limiti stabiliti dalla Costituzione, che vieta la rielezione immediata e sancisce il principio dell’alternanza alla guida dell’esecutivo.

In un discorso di 80 minuti trasmesso a livello nazionale, il capo dello Stato ha dichiarato: “Ai media internazionali, sapete cosa? Non mi interessa se mi chiamano dittatore.

Preferisco questo a vedere salvadoregni uccisi per strada.

Quando guardo il telefonino e vedo ‘dittatore, dittatore, dittatore’, lo preferisco a leggere ‘omicidio, omicidio, omicidio'”.

Bukele ha sottolineato i risultati del suo governo in termini di sicurezza, affermando che nei 25 anni di attività delle bande MS-13 e Barrio 18, in El Salvador sono stati registrati più di 200.000 omicidi.

“La trasformazione di El Salvador — ha affermato — è stata una delle più rapide della storia moderna, ma per noi è stata lenta.

Abbiamo già raggiunto l’impossibile, ma il nostro lavoro è appena iniziato. Abbiamo dovuto lottare per ciò che altri Paesi danno già per scontato, ovvero la possibilità di costruire un futuro alle proprie condizioni”.

Fonti: Articolo del 02/06/25 Ansa.it. Foto di Liberi oltre le illusioni.