Una giudice del Guatemala ha condannato al carcere sei ex funzionarie e funzionari pubblici per responsabilità legate a un incendio del 2017 in una struttura di accoglienza statale, in cui morirono 41 ragazze.
L’incendio fu un caso enorme sia in Guatemala sia all’estero. Avvenne nella casa rifugio Virgen de la Asunción, una struttura di accoglienza statale per bambini e adolescenti maltrattati, tossicodipendenti o responsabili di crimini minori a San José Pinula, 25 chilometri a sud-est della capitale Città del Guatemala. La notte tra il 7 e l’8 marzo del 2017 ci fu una rivolta contro le condizioni di vita nella struttura, gravemente sovraffollata e con una nota storia di abusi. Circa un centinaio di adolescenti provarono a scappare, ma la polizia li trovò, li riportò nel centro e chiuse i ragazzi nel loro dormitorio e le ragazze in una piccola classe. Dopo qualche ora alcune ragazze appiccarono il fuoco, sperando di essere liberate. La polizia però aprì la porta della classe solo dopo nove minuti, quando l’aria era satura di fumo e le fiamme erano ormai cresciute. Morirono 41 ragazze tra i 12 e i 17 anni; 15 sopravvissero riportando gravi ustioni.
Tra le sei persone condannate ci sono l’allora ministro delle Politiche sociali, Carlos Rodas, e Lucinda Marroquín, un’ex agente di polizia che aveva la chiave della classe dove era in corso l’incendio, ma non la aprì immediatamente. Sono stati ritenuti colpevoli a vario titolo di omicidio, maltrattamenti di minori e abuso di autorità, tra le altre cose. Tutti si erano dichiarati “non colpevoli”.
Fonti: Articolo e foto del 13/08 de Il Post.