A Tuxtla Gutiérrez, in Messico, si è tenuto l’Incontro dei vescovi e degli operatori pastorali della Mobilità Umana della frontiera tra Messico e del Guatemala, la cosiddetta “frontera sur”, la frontiera del sud, per distinguerla dalla frontiera del nord, al confine con gli Stati Uniti.
In tale occasione i vescovi hanno denunciato le politiche xenofobe e criminalizzanti dei “Governi del nord”, cioè Stati Uniti e Messico: “Le retate disumane e l’atrocità delle deportazioni aggravano la crisi che stanno vivendo i nostri popoli manipolati, spogliati, sempre più impoveriti e violati dal controllo territoriale e delle frontiere mantenuto dalla criminalità organizzata”, hanno sottolineato i vescovi, che hanno anche manifestato la loro indignazione per l’approvazione, da parte del Senato degli Stati Uniti, di una tassa abusiva del 3,5% sulle rimesse.
I vescovi hanno constatato che nel corridoio di frontiera esistono rischi e tragedie che minacciano le persone che fuggono dall’emarginazione e dalla violenza.
“La nostra solidarietà – conclude la nota – va alle famiglie che non solo assistono alla partenza dei loro figli, mariti, parenti o amici, ma assumono con loro i rischi e i costi della migrazione.
Insieme a loro abbracciamo la causa e riconosciamo la nobiltà con cui sostengono la croce che manifesta la resurrezione e mantengono viva la loro memoria”).
Tra i firmatari del documento, mons. Eugenio Lira Rugarcía, vescovo di Reynosa-Matamoros, responsabile per la Mobilità umana della Conferenza episcopale messicana, e il cardinale guatemalteco Álvaro Ramazzini, vescovo di Huehuetenango.
Fonti: Articolo del 07/06/25 di SIR. Foto Il tascabile.