La regione di Santa Cruz, capitale economica del paese e feudo dell’opposizione di destra al governo del presidente Luis Arce, ha sospeso il 26 novembre lo sciopero generale che andava avanti da più di un mese con proteste e manifestazioni a volte anche violente.
All’inizio della giornata, la camera dei deputati ha approvato il disegno di legge per garantire lo svolgimento del censimento a marzo del 2024, la ripartizione delle risorse economiche e la riassegnazione dei seggi prima delle elezioni legislative e presidenziali del 2025.
“Oggi è un giorno storico perché la democrazia ha vinto”, ha dichiarato Rómulo Calvo, presidente del Comitato civico dipartimentale, un potente conglomerato civile e imprenditoriale che chiedeva un censimento anticipato come elemento fondamentale per lo svolgimento delle elezioni.
Le proteste erano cominciate il 22 ottobre con barricate e blocchi stradali per chiedere all’esecutivo di sinistra di realizzare il censimento della popolazione entro il 2023, in quanto l’assegnazione dei seggi in parlamento e la ripartizione dei fondi pubblici dipendono dalla popolazione di ciascuna regione.
Il dipartimento orientale di Santa Cruz, considerato il motore economico della Bolivia, si ritiene svantaggiato perché i criteri attuali dipendono da un censimento che risale a più di dieci anni fa.
Fonti: Articolo de l’Internazionale del 02/12/22. Foto del Giornale di Rimini