Orrore in Myanmar: militari decapitano un insegnante e impalano la testa sul cancello della scuola
Dal golpe di febbraio 2021 la giunta militare al potere a Naypyidaw ha progressivamente intensificato gli attacchi contro milizie etniche e insorti pro-democrazia in diverse aree del Paese.
Militari birmani avrebbero sequestrato, seviziato e decapitato un insegnante di scuola superiore nella regione rurale di Magway, nel Myanmar centrale, teatro da mesi di violenze e scontri tra le forze armate e le milizie che combattono contro la giunta al governo nel Paese.
A denunciare l’episodio sono stati testimoni locali citati dal quotidiano “South China Morning Post”: il corpo decapitato della vittima, un insegnante 46enne di nome Saw Tun Moe, sarebbe stato abbandonato di fronte al cancello d’ingresso della scuola nella quale insegnava, e la testa impalata sul cancello d’ingresso. La scuola, che era chiusa dallo scorso anno, è stata data alle fiamme.
Il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price, ha commentato le indiscrezioni su Twitter, affermando che il governo degli Stati Uniti è “sconvolto” dalla vicenda: “La brutale violenza del regime, anche contro gli educatori, richiede una risposta forte da parte della comunità internazionale”, ha scritto il portavoce. Dal golpe militare di febbraio 2021, le forze armate birmane sono state accusate di aver arrestato migliaia di persone, e di aver ucciso almeno 2.300 civili.
Dal golpe di febbraio 2021 la giunta militare al potere a Naypyidaw ha progressivamente intensificato gli attacchi contro milizie etniche e insorti pro-democrazia in diverse aree del Paese.
Agli attacchi militari si aggiungono gli arresti di dissidenti, le torture e gli abusi. Human Rights Watch (Hrw) ha pubblicato il 13 settembre un rapporto che illustra i casi di sei attivisti arrestati tra maggio e luglio scorsi e deceduti. “Le sei morti documentate da Human Rights Watch sono solo la punta dell’iceberg della sofferenza e della tortura di quanti sono stati arrestati dalle forze armate e dalla polizia birmana”, ha affermato Manny Maung, un ricercatore dell’organizzazione non governativa. L’inviata speciale delle Nazioni Unite in Myanmar, Noeleen Heyzer, è stata ad agosto a Naypyidaw e non ha potuto incontrare la consigliera di Stato deposta Aung San Suu Kyi. Successivamente, l’inviata ha chiarito che non tornerà nel Paese se non potrà incontrare la consigliera deposta.
l mese scorso le forze armate del Myanamr hanno avvertito che condividere i messaggi pubblicati sui social media dal governo ombra, che riunisce le forze pro-democrazia del Paese, o persino seguire queste ultime su Facebook, è considerata una forma di fiancheggiamento a tutti gli effetti, ed espone a pene detentive sino a 10 anni di reclusione.
Il portavoce della giunta, Zaw Min Tun, ha dichiarato durante una conferenza stampa che il governo parallelo battezzatosi Governo di unità nazionale (Nug) e tutte le organizzazioni ad esso collegate, incluse le Forze di difesa popolare – un’alleanza di milizie armate che combattono le giunta – sono a tutti gli effetti organizzazioni terroristiche, e che chi ne condivide o apprezza le attività sui social media si macchia di sostegno “diretto o indiretto” al terrorismo. La pagina Facebook del Nug conta ad oggi 1,32 milioni di follower.
Fonti: Articolo e fotodel 21/10/22 di Novanews.