Anche oggi, come fa da giorni, l’Etiopia sta bombardando la città di Mekelle, capitale della regione del Tigray.
Secondo Reuters, da una parte il governo di Addis Abeba afferma che l’obiettivo centrato è quello di una struttura militare dall’altra il Fronte popolare di liberazione del Tigray (TPLF) che controlla la regione, sostiene l’attacco ha colpito il complesso dell’Università di Mekelle. Ipotesi quest’ultima avvalorata da fonti locali.
Resta il fatto che i bombardamenti non sono mai senza morti e feriti tra i civili.
Si registrano combattimenti anche nella regione settentrionale di Amhara in concomitanza con un’offensiva dell’esercito dell’Etiopia.
Gli armamenti, prima dall’Occidente e ora da Russia e Turchia continuano ad arrivare copiosi per una regione, il Corno d’Africa, dove in tanti vorrebbero esserci.
La scia di sangue di questa guerra iniziata i 4 novembre del 2020 ha provocato migliaia di morti e oltre 2 milioni di sfollati con aree in cui il rischio di una carestia è incombente.
Fonte: Articolo di Pasquale Esposito, Mentinfuga, 22/10/21. Foto: Remocontro