L’assemblea nazionale del Nicaragua ha annunciato il 30 gennaio di aver dato il via libera definitivo a una riforma costituzionale che conferisce a Daniel Ortega e alla moglie Rosario Murillo i pieni poteri in qualità di presidente e copresidente.
“La legge di riforma della costituzione del Nicaragua è stata adottata nella sua interezza”, ha affermato sul social network X. La legge era stata approvata a novembre dall’assemblea nazionale, dominata dal Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln).
Ortega, 79 anni, un ex guerrigliero che aveva già guidato il paese negli anni ottanta dopo il trionfo della rivoluzione sandinista, era poi tornato al potere nel 2007, e da allora aveva riformato la costituzione una decina di volte, concedendosi tra le altre cose un numero illimitato di mandati.
È accusato da vari paesi dell’America Latina, dagli Stati Uniti e dall’Unione europea di aver instaurato un’autocrazia con la moglie, di sei anni più giovane, nominata vicepresidente nel 2017.
In base alla riforma, la vicepresidente Murillo diventa “copresidente” insieme a Ortega, e potranno candidarsi in coppia in elezioni che si terranno ogni sei anni, invece degli attuali cinque.
Il loro mandato è stato quindi esteso di un anno, fino al 2028.
I due leader avranno il compito di “coordinare gli organi legislativi, giudiziari ed elettorali”, nonché le amministrazioni regionali e comunali, in precedenza considerate autonome.
La riforma definisce il Nicaragua uno stato “rivoluzionario” e “socialista”, e include tra i simboli nazionali la bandiera rossa e nera dell’Fsln.
Ufficializza inoltre la creazione di una “forza di polizia volontaria” composta da civili e la revoca della nazionalità nicaraguense per coloro che sono considerati “traditori”. Circa 450 tra politici, imprenditori, giornalisti, intellettuali, attivisti per i diritti umani e membri del clero sono già stati espulsi dal paese e privati della nazionalità.
In un comunicato emesso il 30 gennaio, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso “profonda preoccupazione” per l’adozione della riforma, che “farà regredire ulteriormente le libertà civili e politiche nel paese”.
“Questi cambiamenti segnano la distruzione definitiva dello stato di diritto in Nicaragua, dove Ortega e Murillo hanno ormai un potere assoluto”, ha dichiarato all’Afp l’avvocato statunitense Reed Brody, membro di un gruppo di esperti delle Nazioni Unite sul paese centroamericano.
Fonte: Articolo del 31/01/25 di Internazionale. Foto di Getty