Venerdì un tribunale del Myanmar ha condannato ad altri tre anni di carcere Aung San Suu Kyi, la leader politica birmana agli arresti domiciliari dal colpo di stato del febbraio 2021, con l’accusa di frode elettorale nelle elezioni del 2020, che erano state vinte dal suo partito. Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991, è stata condannata anche ai lavori forzati. Lo ha riferito all’agenzia di stampa Reuters una fonte vicina alla politica birmana e a conoscenza dei fatti, che ha voluto rimanere anonima perché non autorizzata a parlare con i media.
Alle elezioni del novembre 2020 il partito di Suu Kyi, la Lega nazionale per la democrazia (NLD), aveva ottenuto un’ampia vittoria contro il Partito per la solidarietà e lo sviluppo dell’Unione (USDP), sostenuto dai militari. Dopo il colpo di stato del febbraio successivo, i militari avevano contestato i risultati accusando la NLD di brogli, e avevano arrestato Suu Kyi e tutti i principali leader del suo partito.
Dal colpo di stato, l’esercito birmano ha instaurato una dittatura militare, limitato moltissime libertà e preso il controllo del sistema giudiziario. Suu Kyi ha ricevuto diverse condanne, considerate da molti politicamente motivate. Quella di venerdì è la quinta, che porta in tutto a 20 gli anni di carcere che la leader birmana deve scontare.
Fonti: Articolo del 02/09/22 di Il Post Bits. Foto di Avvenire.it