Le forze del Fronte di liberazione popolare del Tigrè (Tplf), in guerra da oltre un anno con le truppe federali ed alleate etiopi, si sono ritirate dalla vicina regione di Afar, nel nordest dell’Etiopia.
Lo ha dichiarato ai media internazionali il portavoce del gruppo, Getachew Reda, secondo il quale i combattenti tigrini hanno lasciato tutta la regione, mentre secondo il commissario di polizia locale Ahmed Harif il Tplf si sarebbe ritirato al momento solo dalla città di Abala, rimanendo in postazione in tre distretti della regione.
Secondo il commissario, in particolare, i tigrini avrebbero mantenuto il controllo dell’autostrada che collega Abala alla capitale del Tigrè, Macallè.
Se al momento le dichiarazioni del portavoce tigrino Reda non sono state commentate ufficialmente dal governo di Addis Abeba e non sia chiaro se questa mossa sia il risultato di eventuali negoziati tra le parti, il ritiro tigrino rappresenterebbe un passo in avanti verso il tentativo di instaurare una reale tregua umanitaria sulla regione, in preda da fine 2020 ai combattimenti fra le parti.
Nonostante il cessate il fuoco dichiarato lo scorso mese dal premier Abiy Ahmed e confermato dal Tplf, infatti, scontri e violenze hanno continuato a colpire le regioni settentrionali dell’Etiopia, con drammatiche ripercussioni sulla consegna di aiuti alimentari, medicinali ed umanitari rivolti alle popolazioni locali.
Secondo le Nazioni Unite, che denuncia l’arrivo nel nord etiope di soli 144 camion umanitari dalla dichiarazione del cessate il fuoco, nell’area il 90 per cento degli abitanti necessita di assistenza.
Fonte: Articolo del 24/04/22 di Novanews. Foto: Nena-news