Quasi il 40% degli abitanti del Tigrè etiope è vittima di “un’estrema mancanza di cibo” dopo 15 mesi di guerra. E’ l’allarme lanciato oggi dal World Food Programme delle Nazioni Unite. Il conflitto tra forze governative e ribelli nella regione settentrionale dell’Etiopia è iniziato a novembre del 2020. Le violenze hanno costretto quasi 3 milioni di persone a fuggire dalle proprie case e sono più di 5 milioni coloro che hanno bisogno di assistenza umanitaria urgente.
Secondo il report del Programma Alimentare Mondiale, circa 4,6 milioni di persone, cioè l’83% della popolazione, si trova in una situazione di “insicurezza alimentare”, mentre per due milioni (quasi il 40% del totale) questa incertezza è “grave”. Il rapporto – che il Pam descrive come la prima valutazione affidabile della sicurezza alimentare dopo quella condotta dall’Onu più di sei mesi fa – punta i riflettori sul disastro umanitario nel nord dell’Etiopia, dove si combattono truppe governative e ribelli del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigrè (Tplf).
“Le famiglie stanno esaurendo tutti i mezzi per nutrirsi, con tre quarti della popolazione che usa strategie di adattamento estreme per sopravvivere”, sottolinea il Pam in un comunicato. “Le diete stanno diventando più povere man mano che le scorte di cibo si esauriscono e le famiglie dipendono quasi esclusivamente dai cereali, limitando le porzioni e il numero di pasti che consumano ogni giorno”, aggiunge l’agenzia avvertendo che la fame sta avanzando anche nelle vicine regioni Amhara e Afar. “Il Pam sta facendo tutto ciò che è in suo potere per garantire che i nostri convogli di cibo e medicine attraversino la prima linea”, ha affermato nel comunicato Michael Dunford, direttore regionale per l’Africa orientale. “Ma se le ostilità continueranno, sarà necessario che tutte le parti in conflitto concordino una pausa umanitaria e corridoi di trasporto, in modo che i rifornimenti possano raggiungere i milioni di persone assediate dalla fame”, ha aggiunto Dunford.
Situazione infanzia
Lo studio ha rilevato che il 13% dei bambini tigrini sotto i cinque anni e la metà di tutte le donne, in gravidanza e che allattano al seno, sono malnutriti, con conseguenti scarsi risultati della gravidanza, basso peso alla nascita, arresto della crescita e morte materna. “Questa desolante valutazione riconferma che ciò di cui la popolazione dell’Etiopia settentrionale ha bisogno è un’assistenza umanitaria potenziata, e ne hanno bisogno ora”, ha affermato Michael Dunford. Nella vicina regione di Amhara, la fame è più che raddoppiata in cinque mesi perché la regione ha subito il peso maggiore dei recenti combattimenti tra la Forza di difesa nazionale etiope (Endf) e le Forze di difesa del Tigrè (Tdf): più del 14% dei bambini sotto i cinque anni e quasi un terzo delle donne incinte e che allattano sono malnutriti. Nella regione di Afar, a est del Tigrè, lo sfollamento causato dal conflitto sta facendo aumentare i tassi di fame e malnutrizione. Dati recenti di screening sanitario mostrano che i tassi di malnutrizione per i bambini sotto i cinque anni sono del 28%, molto al di sopra della soglia di emergenza standard del 15%. Si prevede che l’intensificarsi del conflitto al confine tra Tigrè e Afar costringerà più comunità ad abbandonare le loro case e questo non farà che aumentare il problema fame e malnutrizione.
Le stime e gli aiuti
Da marzo, e nonostante le sfide poste alle operazioni, il Pam ha raggiunto quasi 4 milioni di persone in tutto il nord dell’Etiopia con assistenza alimentare e nutrizionale. L’indagine ha rilevato che quando l’accesso al Tigrè è migliorato durante i mesi estivi, l’assistenza umanitaria del Pam e dei suoi partner ha tenuto a bada la fame per coloro che erano stati tagliati fuori dall’assistenza prima di maggio. Da metà dicembre, però, nessun convoglio ha raggiunto l’area del Tigrè. Per poter fra fronte, ora, alla problematica in Etiopia settentrionale, l’Agenzia delle Nazioni Unite chiede 337 milioni di dollari per fornire assistenza nei prossimi sei mesi. La sua capacità di acquisto cibo si esaurirà da da febbraio. In tutto il paese, l’agenzia ha un deficit di finanziamento senza precedenti di 667 milioni di dollari per salvare e cambiare la vita di 12 milioni di persone nei prossimi sei mesi.