Quasi 750 civili sono stati uccisi negli Stati etiopi di Afar e Amhara dall’allargamento del conflitto nelle due regioni, nel settembre scorso, e più di 300 hanno subito lesioni fisiche a seguito di atti di violenza nel contesto del conflitto.
È quanto emerge da un rapporto sulle violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale commesse nelle regioni di Afar e Amhara, pubblicato oggi dalla Commissione etiope per i diritti umani (Ehrc). I
l rapporto, incentrato sulle regioni di Afar e Amhara per il periodo che va dal luglio 2021 – quando è iniziata l’offensiva militare delle Forze di difesa del Tigrè (Tdf) – mostra che le parti in conflitto hanno effettuato attacchi indiscriminati contro civili vulnerabili, in particolare donne, bambini, persone con disabilità e anziani.
Usando i civili come scudi umani, conducendo operazioni militari dalle case dei civili e nelle aree urbane, le parti hanno causato la morte di civili, ferite fisiche e distruzione di proprietà. Senza includere le uccisioni extragiudiziali, almeno 403 civili sono morti e 309 hanno subito lesioni fisiche da lievi a gravi a seguito di atti di violenza nel contesto del conflitto.
In alcune parti delle regioni di Afar e Amhara, oggetto dell’indagine, almeno 346 civili sono stati vittime di uccisioni illegali ed extragiudiziali da parte delle parti in conflitto, principalmente dalle forze del Tigrè. Nelle aree che erano sotto il loro controllo, denuncia il rapporto, il Fronte di liberazione oromo (Olf-Shane) – alleato del Fronte di liberazione del popolo del Tigrè (Tplf) – ha anche commesso uccisioni mirate di funzionari governativi e dei loro familiari e di civili accusati di sostenere il governo.
Le forze del Tigrè, prosegue il rapporto, hanno commesso violenze sessuali e di genere diffuse, crudeli e sistematiche, tra cui stupri di gruppo contro donne di età diverse, ragazze e donne anziane in parti delle regioni di Afar e Amhara sotto il loro controllo, allo scopo di demoralizzare, disumanizzare e punire le comunità, spesso indiscriminatamente e talvolta in modo mirato. Gli attacchi sono stati spesso perpetrati in modo premeditato e crudele, anche attraverso stupri di gruppo e davanti ai familiari delle vittime.
Spesso, sostengono gli esperti, questi atti sono stati commessi con la conoscenza di comandanti militari e funzionari delle forze del Tigrè che, nonostante gli appelli delle comunità sotto il loro controllo, non ha adottato le misure necessarie e ragionevoli per fermare le violazioni e chiamare i responsabili a renderne conto.
L’Ehrc ritiene che le informazioni e le prove raccolte indichino fortemente un uso calcolato e sistematico della violenza sessuale e di genere da parte delle forze tigrine, accusate anche di aver commesso atti di tortura e altre forme di trattamento crudele, disumano o degradante contro i civili che hanno accusato di rifiutarsi di consegnare denaro o di divulgare informazioni, di rifiutarsi di consegnare armi private o altre accuse simili.
Il rapporto non risparmia neppure le Forze di difesa etiopi (Endf) e i loro alleati – le forze speciali amhara, la milizia Fano e altre – accusate di aver commesso uccisioni illegali ed extragiudiziali e causato lesioni fisiche a civili sospettati di sostenere le forze del Tigrè o l’Olf-Shane. Le parti in conflitto, prosegue il rapporto, si sono impegnate in detenzioni arbitrarie, rapimenti e sparizioni forzate in violazione dei diritti umani e delle leggi umanitarie.
Le forze del Tigrè sono inoltre accusate di aver perpetrato rapimenti e sparizioni forzate in un modo che potrebbe costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità, oltre che di aver effettuato saccheggi e distruzioni diffusi e organizzati di strutture dell’amministrazione governativa, strutture di servizio pubblico (in particolare strutture educative e sanitarie), proprietà private e proprietà commerciali.
Le forze di sicurezza federali, afar e amhara – afferma il rapporto – si sono impegnate in detenzioni arbitrarie diffuse in violazione dei principi di necessità, proporzionalità e non discriminazione applicabili anche durante lo stato di emergenza. Molti civili sono stati sfollati e hanno subito lesioni fisiche, mentali, sociali, economiche e di altro tipo in seguito all’espansione del conflitto nelle regioni di Afar e Amhara.
Il rapporto denuncia inoltre l’uccisione di bambini, sottoposti a molestie e lesioni fisiche e psicologiche, come conseguenza diretta di atti di violenza compiuti dalle parti in conflitto. I bambini sono stati esposti a esperienze traumatiche come essere stati testimoni di uccisioni, lesioni fisiche o stupri di familiari stretti.
La distruzione delle strutture sanitarie e educative ha portato a una violazione del diritto dei bambini alla salute e all’istruzione. Al di là delle ferite sociali, economiche e psicologiche, lo sfollamento di civili su larga scala ha negato ai bambini la protezione che ricevono dai loro familiari.
Persone con disabilità e anziani sono decedute, hanno subito lesioni fisiche e mentali, a seguito di violazioni commesse dalle parti in conflitto. Anche le donne anziane – prosegue il rapporto – sono state vittime di violenze sessuali da parte delle forze del Tigrè, le loro case sono state distrutte e hanno subito ulteriori lesioni, traumi e l’esposizione ad altre sfide socioeconomiche, perché hanno perso fonti di sostegno finanziario a causa dell’uccisione o del ferimento fisico dei membri della famiglia. Anche diverse persone con disabilità psicosociale, denunciano gli esperti dell’Ehrc, sono state uccise anche perché sospettate di “essere spie del governo”.
Le insicurezze risultanti dalla guerra e le violazioni dei diritti umani, inclusi saccheggi e distruzioni su larga scala perpetrati dalle forze del Tigrè, sono stati i principali fattori di sfollamento dalle regioni di Afar e Amhara. Nelle regioni di Afar e Amhara, un totale di 2.409 strutture sanitarie, inclusi ospedali e centri sanitari, hanno cessato di funzionare a causa della distruzione, dei danni e dei saccheggi subiti. Inoltre, un totale di 1.090 scuole sono state completamente distrutte mentre 3.220 hanno subito danni parziali in entrambe le regioni.
Le istituzioni finanziarie, in particolare 18 banche commerciali, hanno subito perdite di miliardi di birr a causa del saccheggio e della distruzione di 346 filiali. Il rapporto, di 110 pagine, è stato condotto tra il settembre e il dicembre 2021 e fornisce un resoconto dettagliato delle diffuse violazioni dei diritti umani contro i civili commesse dalle parti in conflitto, e invita tutti gli attori e le istituzioni a sostenere la giustizia e le iniziative di riparazione per le vittime e la riabilitazione delle aree colpite dal conflitto.
Il team di investigatori dell’Ehrc, composto da 29 membri, ha condotto indagini in molte parti delle regioni di Afar e Amhara colpite dal conflitto, coprendo oltre 50 località in entrambe le regioni. Nella regione di Afar, l’indagine ha riguardato diverse aree nelle zone di Fenti Resu, Kilbety Resu e Awesi Resu.
Analogamente, nella regione di Amhara, l’ambito geografico dell’indagine si estendeva alle zone amministrative di North Gondar, North Wollo, South Wollo, North Shoa e Oromo. Sebbene l’obiettivo regionale principale di questo rapporto fossero le regioni di Afar e Amhara, il team ha anche condotto un monitoraggio e un’indagine limitati sulle vittime civili di incursioni aeree/bombardamenti avvenuti in alcune parti della regione del Tigrè.
Nelle conclusioni e raccomandazioni dettagliate che il rapporto presenta, l’Ehrc afferma che le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario commesse ad Afar, Amhara e parti della regione del Tigrè possono costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità, chiedendo pertanto l’apertura di un’indagine penale imparziale e credibile coerente con gli standard internazionali applicabili in materia di diritti umani per garantire la responsabilità.
L’Ehrc ribadisce quindi che garantire la responsabilità per tutte le violazioni commesse da tutte le parti in conflitto spetta principalmente al governo, e che la natura diffusa delle violazioni dei diritti umani descritte nel rapporto e il gran numero di popolazioni civili colpite dimostrano che il compito non dovrebbe essere lasciato esclusivamente all’apparato di giustizia penale.
“È imperativo che tutte le parti in conflitto si assumano la responsabilità delle violazioni dei diritti umani commesse dai loro membri e leader e di adempiere al loro dovere di garantire la responsabilità. Per le vittime e le loro famiglie, questo è il primo passo inevitabile”, ha affermato il capo commissario dell’Ehrc, Daniel Bekele.
“Le parti in conflitto dovrebbero impegnarsi senza precondizioni a porre fine alle ostilità per prevenire ulteriori danni da questa guerra lunga oltre quindici mesi e trovare una soluzione politica al conflitto, ha aggiunto, invitando infine tutte le autorità competenti ad avviare immediatamente il processo di attuazione delle raccomandazioni contenute nel rapporto.
Fonte: Articolo 11/03/22 di Novanews. Foto: Limes