Etiopia: oltre 3,45 milioni di persone sfollate, più della metà costretta a fuggire a causa del conflitto in corso
ROMA – Secondo i dati raccolti dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) attraverso il meccanismo del Displacement Tracking Matrix, tra agosto e settembre 2023 oltre 3,45 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare case e villaggi per cercare rifugio e protezione in altre zone del Paese, meno esposte alle ostilità. Molti degli sfollati interni provengono dalla regione dell’Amhara, dove da agosto vige lo stato di emergenza.
Le cause dello sfollamento. Il National Displacement Report dell’OIM in Etiopia rivela che le principali cause di fuga delle persone sono state il conflitto, che ha inciso per il 64 per cento, poi la siccità, per il 17 per cento e infine le tensioni sociali, che hanno avuto un impatto negativo per il 9 per cento degli etiopi.
La regione della Somalia ospita il maggior numero di sfollati interni scappati principalmente a causa della siccità, mentre la regione del Tigray accoglie la gran parte delle persone in fuga dal conflitto.
L’OIM registra, però, anche un’ondata di rientri in circa duemila villaggi del Paese.
In totale 2,53 milioni di persone sono tornate a vivere nelle proprie case. In particolare: il 59 per cento di esse nel Tigray, il 15 per cento nell’Amhara e l’8 per cento nell’Afar.
La risposta umanitaria. Dal 2016 l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni monitora costantemente sia il numero degli sfollati interni che dei cosiddetti sfollati di rientro, in Etiopia, per poi elaborare gli interventi umanitari necessari sulla base dei dati raccolti. Dal 2018, il Displacement Tracking Matrix è il meccanismo ufficiale che raccoglie informazioni sugli spostamenti all’interno del Paese per poi coordinarsi con la Commissione etiope per la gestione del rischio di catastrofi.
I numeri sono sempre approssimativi perché molte località restano escluse dal tracciamento a causa dell’inaccessibilità delle strade, dell’insicurezza diffusa in tutte le regioni e delle tensioni sociali.
I dati si riferiscono, quindi, alle località con almeno venti famiglie classificate come sfollati interni o come sfollati interni di ritorno, ovvero che sono rientrate nelle proprie case dal 1° gennaio 2021 a oggi.
Fonti: Articolo del 20/01/24 di La Repubblica. Foto di Rivista Africa.