La guerra nel Tigray tra il governo federale dell’Etiopia e i combattenti del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray (TPLF) ha fatto già migliaia le vittime tra cui anche civili come i 108 del solo mese di gennaio.
Liz Throssell, portavoce dell’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha dichiarato che la loro morte sarebbe stata causata da “attacchi aerei presumibilmente effettuati dall’aviazione etiope“.
Addis Abeba ha sempre negato di aver colpito i civili durante la guerra. Se il Segretario generale dell’ONU chiede con fermezza la fine delle ostilità, sul fronte diplomatico non c’è un’iniziativa solida per un cessate il fuoco.
La sospensione delle ostilità è necessaria per consentire l’arrivo degli aiuti per la popolazione.
Secondo il Programma alimentare mondiale (WFP) dell’ONU nei prossimi giorni termineranno le forniture di cibo e se non si aprono corridoi umanitari, la carestia interesserà circa cinque milioni di persone.
Nel frattempo l’Etiopia ha chiesto all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di avviare un’inchiesta sul suo direttore generale Ghebreyesus perché sostiene i ribelli del Tigray.
Ghebreyesus di origini tigrine ha accusato Addis Abeba di impedire l’arrivo di cibo e medicinali.
Fonte: Articolo del 15/01/21 di Mentinfuga. Foto: Vaticannews.it