In El Salvador la politica di Bukele funziona

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Nel Salvador la strategia di Bukele funziona 

Per alcune settimane un gruppo di giornalisti del sito indipendente El Faro ha viaggiato in varie zone del paese, è entrato in aree prima inaccessibili perché erano sotto il controllo delle bande, ha parlato con i leader delle organizzazioni criminali (pandillas), con poliziotti e rappresentanti delle ong.

Il risultato di questo lavoro sul campo non lascia spazio a nessun dubbio, scrivono gli autori dell’inchiesta: oggi nel Salvador le bande criminali non esistono più, almeno non come le conoscevamo finora. Lo stato d’eccezione proclamato nel marzo 2022 dal presidente populista Nayib Bukele ha avuto l’effetto di disarticolare la struttura delle organizzazioni criminali, il loro controllo capillare del territorio e i mezzi di finanziamento.

Un veterano leader pandillero, che ha raggiunto i vertici della sua organizzazione criminale e ha accettato di parlare con El Faro a condizione di restare anonimo, ha spiegato che le varie bande attive nel territorio sono state isolate dalla leadership che le guidava nelle carceri.

Gli affiliati più in basso nella struttura gerarchica delle gang credono che i loro capi li abbiano venduti, ha spiegato la fonte ai giornalisti salvadoregni. Il governo di Bukele è riuscito a isolare la cupola delle organizzazioni criminali dalla base, che si è trovata ad agire senza una guida né una direzione.

Gli abitanti di quartieri che per anni sono stati interamente nelle mani delle organizzazioni criminali assicurano che in questi mesi la situazione è cambiata. E gli effetti si sentono anche nella loro vita quotidiana: gli affiliati alle bande criminali, per esempio, non pretendono più il pagamento delle imposte e per i piccoli commercianti questo è un cambiamento epocale. Non solo: in alcune zone i ristoranti hanno ricominciato a fare consegne a domicilio e le persone ora possono muoversi con Uber o prendere un taxi, una cosa impensabile fino a poco tempo fa. Intere comunità, che erano divise da frontiere invisibili, si stanno riorganizzando per recuperare gli spazi comuni, come i campetti per giocare a calcio o i parchi dove portare i bambini.

Il prezzo della tranquillità 

Nessuno può negare che la politica di Bukele stia dando benefici concreti, neanche chi ha criticato lo stato d’eccezione deciso dal presidente. Tuttavia la misura, che è stata decretata dopo una giornata particolarmente violenta, quando la Ms-13 ha ucciso 87 persone in poco più di ventiquattr’ore, ha sospeso le garanzie costituzionali per tutti i cittadini.

Oggi chiunque può essere fermato anche senza un mandato d’arresto o senza sapere perché. Inoltre, il periodo di detenzione provvisoria è passato da 72 ore a quindici giorni e non è neanche previsto il diritto alla difesa.

Da marzo del 2022 alla fine di gennaio del 2023 sono state arrestate più di 63mila persone.

Varie organizzazioni che difendono i diritti umani, come Human rights watch, hanno denunciato gravi violazioni commesse durante il regime d’eccezione: arresti arbitrari, sparizioni forzate, torture, abusi durante gli interrogatori e trattamenti degradanti in carcere. Sono stati documentati anche casi di persone morte mentre erano sotto custodia della polizia, in circostanze che suggeriscono una responsabilità dello stato. Nonostante queste denunce, la misura è ancora molto popolare nel paese: più del 70 per cento dei salvadoregni la approva.

Oggi molti si chiedono come si trasformeranno le organizzazioni criminali nei prossimi mesi e quanto potranno essere duraturi i risultati ottenuti con una politica di repressione così violenta.

Come scrive El Faro nel suo editoriale, “per avere un paese libero dalle pandillas abbiamo dovuto cedere la nostra democrazia che, benché imperfetta, è stata costruita dopo quasi centomila morti e migliaia di persone scomparse. Ora il potere è nelle mani di una persona sola, che decide cosa fare e cosa dobbiamo sapere”.

La verità è che per milioni di salvadoregni la democrazia è stata a lungo un concetto astratto, che ha perso valore perché non ha risolto i problemi urgenti del paese, come l’insicurezza e il terrore provocato dalle bande criminali. Queste, invece, sono state una presenza costante e quotidiana. “Vivere liberi dal loro controllo”, conclude El Faro, “è un cambiamento fondamentale per migliaia di salvadoregni. Ma il prezzo che abbiamo dovuto pagare è altissimo. E forse la cura potrà rivelarsi altrettanto dannosa della malattia”.

Fonti: Articolo del 10/02/23 de L’Internazionale. Foto di Notizie Geopolitiche