Il 2021 si prospettava come un anno migliore e maggiormente operativo per le nostre progettualità in Myanmar.
A gennaio il progetto “Sanità comunitaria integrata nella regioni marginali del Myanmar” finanziato dal FAI, e realizzato nelle regioni del Nagaland e di Magway, aveva ripreso il suo normale corso. L’obiettivo specifico del progetto è migliorare la salute comunitaria, in particolare in età infantile, attraverso una strategia integrata atta a contrastare le problematiche maggiori rilevate nelle aree di progetto: nutrizione e igiene.
Le attività di sensibilizzazione sulla nutrizione e sulle pratiche igieniche, malgrado alcune restrizioni per il Covid, erano state implementate a favore dei nostri beneficiari portando ai seguenti risultati nel solo mese di gennaio 2021:
16 villaggi in cui sono stati distribuiti gli alimenti integrativi per bambini malnutriti
1000 bambini sottoposti a screening medico per capire il loro grado di malnutrizione
9 eventi comunitari sulla nutrizione a Magway con la partecipazione di 1.011 persone
6 eventi comunitari sull’igiene a Lahe con la partecipazione di 311 persone (201 donne e 110 uomini)
50 latrine costruite a Lahe
Sulla scia di questa ripresa anche gli altri progetti stavano riprendendo il loro abituale andamento fintanto che è arrivato il 1 febbraio. In questa data la giunta militare ha messo in atto un colpo di stato arrestando Aung San Suu Kyi, leader del partito Lega nazionale per la democrazia (Lnd) e di fatto capo del governo eletto a novembre 2020. Proprio per una presunta irregolarità durante le elezioni legislative, il partito militare ha optato per riprendere il potere e dichiarare lo stato di emergenza. Fin da subito la popolazione si è riversata nelle strade per sostenere Aung San Suu Kyi, richiederne la liberazione e riaffermare il diritto legittimo del governo eletto.
Le proteste pacifiche hanno trovato però una risposta fortemente repressiva da parte del nuovo regime ed è notizia continua di scontri, morti e feriti in tutto il paese.
L’immagine che forse più rappresenta il Myanmar in questo momento è la foto della suora inginocchiata davanti a un cordone di agenti armati mentre li implora di non aprire il fuoco contro i manifestanti pacifici.
In questo scenario non è facile proseguire con le attività poiché gli uffici governativi sono al momento chiusi e molti dei beneficiari sono in disobbedienza civile.
La nostra Associazione segue con attenzione l’evolversi della situazione e spera di poter tornare prontamente ad una azione capillare sul territorio così da continuare a sostenere i beneficiari delle nostre progettualità.